Riceviamo & pubblichiamo questa incredibile lettera che c'è appena arrivata.
Caro Dott. Brunazzi, viviamo in tempi buj, sempre più buj, e lei ben lo sa. Le vorremmo narrare le nostre vicissitudini agostane, se ce lo permette. Siamo due sorelle di 19 e 18 anni di Milano, condannate a passare tutto agosto in una valle alpina piena di stronzi e cafoni, in un paesino che per colmo d'ironia si chiama Scopa, ma dove non si scopa affatto. Le sottoscritte, due gingerine modestamente stupende, avevano un curriculum, o meglio, un currificam, al 31 luglio 2016, di sette e nove membri maschili rispettivamente, e avevamo molta voglia, durante le vacanze, di aggiungere almeno una referenza al nostro palmares. Bene, fra i tanti tegami che deambulano in questi squallidi monti del Vercellese, qualche ragazzo abbastanza decente tuttavia si trova ancora. Ne selezioniamo due che stanno con le rispettive famiglie a rompersi le balle nell'unico e orribile condominio del paese. Agganciarli non è stato difficile, il difficile è venuto dopo. Primo: dribblare il parentume vario, e trovarci da sole coi tipi in loco acconcio. Secondo: far capire ai due poverelli che ci stiamo. Con qualche difficoltà arriviamo finalmente al primo romantico bacio in romantico boschetto presso la riva di romantico gorgogliante torrentello. Terzo: far capire ai due inciciuiti che si potrebbe fare altro, e già qui sorgono problemi: i due pare vogliano replicare la scena del bacio finchè morte non ci separi. Dopo tre giorni ci propongono una gita in montagna: due ore di salita per arrivare in un "posto bellissimo". Le sottoscritte sono due tipe sportive e accettano con entusiasmo. Quarto: le dovute precauzioni. A scanso di equivoci, andiamo noi ragazze in autostop nel paesello vicino a comprare i preservativi. Quinto: sbloccare la situazione. Il mattino della gita, sotto ad un sole fantozziano, si sale per quasi tre ore e quelli sempre avanti che sembrano caricati a molla. Dopo una mezza dozzina di "posti bellissimi", ovviamente ignorati dai due lanzichenecchi, interveniamo noi per farli fermare in ampia radura ben nascosta dal sentiero principale. Abbiamo le magliette fradice e ce le togliamo, con i due che invece di aggrapparsi ai nostri seni generosamente in vista, si girano dall'altra parte con sguardo schifato, dicendo: "Fate, fate, che noi non guardiamo!!". E già così a qualunque femmina sarebbe venuto il latte alle ginocchia, ma siccome noi siamo ragazze tenaci, ci siamo avviluppate come l'edera a quei due fantasmi, e a forza di carezze e bacettini, alla fine li abbiamo ridotti in mutande. Sesto: farglielo indurire. Ebbene sì, perchè i due, certamente alle primissime armi, erano impacciati come baccalà. Abbiamo provato di tutto, ma non c'è stato verso. Alla fine siamo tornate a casa deluse ma non del tutto rassegnate. Settimo: risollevare il morale dei due paracarri e condurli con pazienza in porto. Ci siamo ritrovate con loro due giorni più tardi e abbiamo deciso noi il da farsi. La sera dopo eccoci tutti e quattro appena fuori paese e lì, con calma, dolcezza e determinazione, siamo riuscite a scioglierli. Non due verghe da film a luci rosse, ma almeno quanto bastava per copulare un pò. Ottavo: fargli superare lo shock del preservativo. Come li hanno visti, a momenti si mettevano a piangere. Eh sì, perchè gravidanze indesiderate o malattie sessualmente trasmissibili, mica erano concetti che potevano sfiorare anche da lontano due deficenti del genere. Con infinita pazienza, rialzando con calma quello che si era lentamente sgonfiato, glieli abbiamo infilati. E finalmente hanno fatto il loro trionfale ingresso dentro di noi, dove peraltro sono rimasti pochissimo, dato che hanno finito molto prima che noi cominciassimo. Nono: arrivare ad un rapporto soddisfacente. Nelle restanti due settimane, pare abbiano capito come si fa a fare sesso con una donna, partendo da zero. Poco male, tutti devono cominciare prima o poi. Decimo: sopportare l'idiozia maschile. Adesso che i due sono stati svezzati, vanno in giro a raccontare che sono stati a letto con noi, e che in pratica nessuna gli può resistere, con grande invidia degli altri umanoidi che ci guardano tutti con occhio allupato. Ovviamente abbiamo mollato quei due e siamo tornate nella metropoli con un membro in più marchiato sulla fusoliera, ma proprio un divertimento non è stato. Caro Brunazzi, lei che sa tutto e su tutto pontifica, che ne pensa? E' stata o no un'estate di merda, secondo lei?
Suo affezionate lettrici, Milena e Loredana - Via del Giambellino, 6754 - MILANO
Carissime, che volete che vi dica. Almeno voi in montagna ci siete state. Io sono stato tre volte al mare e mi ci sono pure ammalato, da tanto che l'acqua era sporca color proprio della merda. E in più sono stato casto per tutto il tempo, e tengo pure una certa età. Più merda di così.
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