venerdì 14 settembre 2012

Un inedito di Edmondo Dea Micis, forse



Jer mattina, nella nostra sempre più squallida, umida,  nonchè sordida & cadente aula scolastica in via De Calzolarj, eravansi in trepida attesa del nostro caro e buon maestro catatonico, che avanzava già due ore di ritardo. Oh, buon Dio! Tu solo puoi saper quali pensieri gravj agitavan le nostre menti, e da quali oscvri rovelli erano ottenebrati. Sarà vivo? Sarà morto, o solo gravemente ferito? Gli sarà venuto un infarto, o si sarà solo pisciato addosso? Tutti i nostri struggimenti cessarono verso le undici, quando il nostro amato professore entrò su una sedia a rotelle e con la gamba destra steccata. Un ululato di stupore e sgomento uscì dalle nostre bocche, ma egli con un cenno debole ma autoritario della man sinistra ci ordinò il silenzio. Dopodichè prinzipiò col dire: "Mie' cari e idolatrati alunni, è venuto, ahimè, il momento di separarcj. Un grave infortunio, come vedete, mi obbliga all'inoperosità. per un lasso di tempo indefinito. Uno strano quanto increscioso incidente mi è accaduto stamane mentre uscivo di casa per venire quivi. D'un tratto, mentre camminavo sul marciapiede, un gatto enorme e dal pelo nerissimo come la pece, ha prinzipiato a corrermi incontro, miagolando come un ossesso, ed io, al colmo del terrore, ho girato i tacchi e ho prinzipiato a correre sempre più veloce. Purtroppo il terrore che mi incuteva il malvagio felino mi ha fatto obliare che la strada moriva nei dipressi di un incrocio. E così l'ho attraversato d'impeto, nel mentre che dall'altra parte sopravveniva un velocipede a folle velocità che mi investiva tosto. Entrambi siamo caduti rovinosamente: il velocipedista è stato ricoverato con fratture in tutto il corpo, ed io mi sono rotto la gaNba, riportando ecchimosi e contusioni ovunque. In più, la ferocissima belva, per sommo dispregio, come ci ha visti entrambi per terra doloranti e feritj, ha prinzipiato a graffiarci e a morderci come una fvria indemoniata e, se non fosse stato per una solerte guardia civica che l'ha abbattuta a colpi di bazooka, credo che in breve teNpo ci avrebbe divorati o mutilati. E' stata un'esperienza atroce, o mie' giovini virgulti, e ciò v'insegni a diffidare dei felini, creature demoniache & assatanate!". Tutti ascoltammo in religioso silenzio le gravi parole pronunziate dal nostro Vate, quindi il nostro buon coNpagno Liverani, conosciuto da tutti per la sua nota generosità e la sua ancor più nota bontà d'animo, prese la parola interpretando mirabilmente i nostrj sentimentj, dicendo: "O, nostro Dvce, iNpavido & coraggioso! Noi tutti siamo trasecolati ed affranti per la disgrazia che vi è occorsa, e per vendicare la vostra infermità vi promettiamo solennemente che, quando ritorneremo alle nostre case, sgozzeremo con le nostre stesse manj questi felini che, a tradimento, le occupano e si fanno mantenere senza fare nulla, nemmeno un piccolo "miao" di saluto quando ritorniamo. Sono bestie inutili, stvpide e perniciose, e senza dubbio alcvno meritano di morire soffrendo come canj. Molto meglio allevare furetti o conigli, che in caso di grave recessione, all'occorrenza si possono anche mangiare senza troppi problemi di coscienza!". Tutti, quindi, annuimmo come un sol vomo a codeste assennate parole del nostro caro Liverani, e anche il nostro sfortunato insegnante sorrise, mostrando così di apprezzarle. Indi, con la mano sinistra ci benedisse ed infine uscì, lentamente, senza proferire motto, fra le lacrime amare di noi tutti. Poscia uscimmo tutti da scuola in fila per tre, avviandoci verso le nostre case e i nostri cari, siNpatici, deliziosi & adorati micettj.