sabato 10 dicembre 2011


domenica, 23 gennaio 2011



Jer mattina, nella nostra piccola avla syta in Via de' Calzolari, cis'apprestava apharsi venire du' palle così conlale zione del Proph. Irlandese Michael O' Rino svl tema: "Come scegliere adegvatamente il miglior waso da notte", qvando advn tratto entroh il nostro Preside paralytyco tvtto traphelato, il qvale cian'nvnzioh: "Oggi, omie' carissimi virgvltj, ivi non terransi niuna lezione, poichè siamo tvtti sollecitatj apre senziare nell'Avla Magna del Nostro Istitvto ov'eh stato installato unmac sischermo. Tra pochi minvti, inphatti, il Presiresidente del Conchiglio, Silvio Bigoloni, vi apparirah in tvtta la sva magniphicenza, in vn messaggio areti umidiphicate. Ignoro'l contenvto, ma trattansi di cosa vrgente e iNportante, datala sollecitvdine con cvi sono stato chiamato dalle sphere althe".
In veritah, di Bigoloni a noi noncj phregava una ben&amata sega, noncj, ma tvtto sarebbe stato gradito pvrdi NON assistere alla lezione di O' Rino. E cosih, ci traspherimmo senza'o biettare nel'lavla Magna, dove'lmac sischermo era giah stat'approntato, eci sedemmo inreli gioso silenzio, pronti al'lenne sima str... esternazione del vecchio Bigoloni. Pochi minvti dopo siphece vn religioso bujo, e indj apparwe la siNpatica phaccia trasvdante sinceritah del Presiresidente.

"Da alkcvni giornj vn coNplotto di motrice comvnista mistah indi sponendo parecchio" esordih Big Bigul "Sono state pvbblicate vna serje dinter cetta zioni incvisi tenta di pharmi passare per vno che va'a troje. Ma guardatemi bene'n phaccia... vi seNbro vno che va'a troje? Io, con tvtto'l mio dapphare keoh per salware litalia?" E phua qvesto pvnto che il nostro coNpagno Bardvcci, ch'è anche coNpagno nella wita, simi sea vrlare: "Sìche vaja troje, vecchio porko, lo sanno tutty! Ceh la phila delle bagashe phuori dalla porta percheh sei (7) caryco di danè, e tvtte vogliono mvngertj! Vergognaaaaa!". Ora, la cosa stvpephacente non sarebbe stata neppvre'l baj lamme scoppjato aco deste vrla del vecchio Bardvcci, colpo vero O' Rino chesel'era pvre phatta addosso, ma il phatto che il vecchio Bigolonj, come per magya, si phermoh nel mezzo della phrase, si alzoh dalla poltrona in pvra pelle didi pendenty Merdaset, eco mincioh avrlare, indycando dawanti a seh: "Ecco, eccone vn (3) altro chem'insvlta, che osa dyre la ver... versione typyca de' comvnistj! Prendetelo, ordvncve, prendetelo e mandatel'ammè che l'apphido alla Nicole, che leisah comesi trattano cvelli chegli mand'in apphido! Prendeteloooooo!". E phu'l caos. Il vecchio Bardvcci sin'philoh sottoa duna scriwania, estrasse vna cerputtana, eco mincioh abersa gliare le palle di chiuncve osasse awicinarsi con pirrocchini di carta conin cima piccoli chiodi a 6 pvnte. In breve teNpo qvasi tvtti erawamo per terra tenendoci vna mano svi colionj, coNpreso il Preside, mentre dallo skermo il vecchio Bigoloni vrlawa, paonazzo: "INbecilly, velo state phacendo scappare! Rialzatewi, mani cadi stronzi! A colvi che lo aggvanterah prometto vna cena a lvme dican dela con la Ruby e con Nicole. Avanti, mowetewi, sarete mica phrocj?". Ma nessvno potewa phermare la phuga di Bardvcci, anche perchè ilba stardo cia wewa centrato tutti nel ciakra nvmero 3! E cosih, dopo un poh, ci rialzammo, ma Bardvcci eraor mai vccell di bosco. Il preside provoh aram'maricarsi col Presiresidente Bigoloni, ma ottenne solo'l svo traspherimento a Mazara del Wallo, perpv nizione. Phv'na giornata'ltamente drammatiqa & dolorosa, come awete potvto capyre, ma'lla phine passoh, e tvtti noj potemmo phinalmente ritornare alle nostre case, phrale braccia'morose delle nostre ansyose mammyne.



martedì, 31 agosto 2010



Jer mattina, nella nostra piovosa ma tetra aula scolastica di Via de' Calzolari, il nostro buon maestro paralitico e con l'Alzeimher entrò trafelato e sudato, e ci disse in pieno orgasmo: "Quest'oggi, o baNbini mie' adorati, non si terrà quivi nessuna lezione, poichè siamo tutti invitati ad andare in piazza per assister all'arrivo del Colonnello Cheddafà, il buon dittatore della Lybiah, una delle nazioni a noi più care". L'urlo liberatorio di gioja fu rotto soltanto dalla timida obiezione di Lippolini, il nostro compagno ripetente: "Ma come, maestro sifilitico, noi la Lybiah l'abbiamo anche invasa...". Non finì la frase poichè il nostro buon maestro poliomielitico gli rovesciò sulla nuca un manrovescio da 70 chili. Ed eccoci, finalmente, tutti in allegra brigata (meno Lippolini ricoverato per commozione cerebrale), ratti e lesti verso la Piazza del Popolo, dove una folla immensa munita di bandierine tricolori si apprestava a salutare l'arrivo di Cheddafà. Anche noi, col nostro buon maestro rachitico in testa, ci apprestammo a cotal lieta novella, ed avemmo la fortuna di trovare posto proprio sotto l'immenso palco dove dopo pochi minuti sarebbe salito l'Illustre Colonnello. Ed eccolo! Salutato dal suono di mille troNbe e troNbette, il Colonnello Cheddafà, scortato da un manipolo di gurkha in assetto di guerra, finalmente arrivò e cominciò a salire la scaletta insieme al padrone di casa, il Presiresidente del Consiglio Silvio Bubacchioni. I due presero posto sul podio, davanti ai microfoni, si guardarono sorridendosi, si baciarono a lungo sulla bocca, e poscia si apprestarono a proferir parola. L'immensa turba tacque, ammaliata. "Italiani! Popolo amico!" principiò Cheddafà "Voi dovete aprirvi al nuovo che avanza... per esempio, perchè andate ancora dietro alle balle dei preti e del Vaticancro? Voi dovete studiare il Corano! Voi dovete diventare islamici! Te capì?". A codesto sentire, il volto di Bubacchioni si fece di terra. La folla li per lì ristette muta, ma alla fine un urlo altissimo fendette l'aria: "Vaaatteneeeee!". Era il nostro buon maestro poligamo, che era esploso in questa esclamazione di protesta e di vivace dissenso. In men che non si dica accadde di tutto: i gurkha tentarono di acchiappare il nostro buon maestro paralitico, che saettò via stile Ben Johnson, la folla si sbandò e, come sempre accade in questi casi, impazzì del tutto e, già che c'era, si mise a saccheggiar negozi e a fare espropri proletari, con la scusa della crisi. Borghini, un nostro compagno già maturo, palpò il culo di una quantità industriale di pulzelle, mentre Caranti, il nostro buon bidello catarrotico, se ne ingroppò direttamente una, ingravidandola. Bubacchioni non trovò di meglio che urlare nel microfono: "Prendetelo, prendetelo quel maledetto comunista! Offro una taglia di 100mila euri e una notte con la mia ex moglie a chi lo prende! Fottuto sovversivo! Vigliacco!". Nel fratteNpo il Colonnello Cheddafà scese indispettito dal palco e, accompagnato da un altro manipolo di gurkha, si defilò definitivamente, mentre nella piazza il caos era inverosimile e le forze del disordine sparavano boNbe lacrimogene un pò a tutti, giusto per far aumentare il fatturato alla fabbrica che le fabbrica. Poi verso sera tutto ritornò alla normalità, e noi potemmo fare ritorno alle nostre case, verso le ansiose braccia protese delle nostre mammane.



martedì, 06 aprile 2010



Ier mattina nella nostra modesta ma cadente aula scolastica di Via De' Calzolari, il nostro buon maestro paralitico entrò traphelato e ci disse, tutto allegro: "Oggi, o mie' giovani virgulti, ivi non si terrà lezione alcuna poichè, su iniziativa del Preside, ci recheremo tutti nella piazza centrale ove il vincitore delle elezioni testè trascorse, vi pronunzierà il suo bel discorso di vittoria, per ringraziar coloro che l'han votato". A questo annunzio un triplice "Evviva!" proruppe dai nostri petti, phelici di evitare tre stucchevoli ore di lezioni di trigonometria e istoria del Bassopiano Sarmatico, e inphine per evitare che gli stucchi della parete di destra, lesionata da un recente terremoto, potessero caderci sulla testa. Ci vestimmo solerti sotto gli amorevoli isguardi del nostro buon maestro asmatico che poscia ci guidò in phila per due, lungo le phestose vie del centro, percorse dalla banda comunale che intonava "The winner take it all" degli Abba. Percorsi quindi poche centinaia di metri phra due ali di pholla plaudente & phestosa, alphine ci accomodammo nelle sedie all'uopo predisposte nella grande piazza, sotto ad un immenso palco dove di lì a poco il vincitore delle elezioni sarebbe salito. Ed eccolo! Un grande silenzio si produsse phra i presenti nel mentre che il glorioso baciato dalla sorte e dai voti, saliva lestamente i trentasei gradini che lo innalzavano verso il cielo e la gloria immortale. Trattavasi di un omino non alto e piuttosto anziano, di colorito olivastro ma indubitabilmente non naturale, e con un sorriso a cerniera che gli occupava tre quarti del cranio inferiore. "Elettori! Elettrici! Giovani ivi convenuti! O Donne! O vecchi! O lavoratori!", ma la locuzione phu interrottta dal nostro scurrile compagno Cavalcoli che gli gridò a guisa di ischerno: "O grullo!". Un brusio di unanime riprovazione sorse dagli astanti, mentre il nostro delicato maestro disse paternalisticamente a Cavalcoli: "Idiota, ma che cazzo dici? Ti stacco le palle e te le inphilo in gola, sai?". Ma l'oratore sembrò ignorare l'interruzione, e indi riprese: "O lavoratorj! O lavoratricj! O impiegatj! O quadrj dirigenzialj! O...", e a questo punto Cavalcoli non resse più e gli mollò una pernacchia in sibemolle con ricciolo a semicroma/biscroma in si-la-do. Questa volta la gente si alzò inviperita dagli scranni per individuare il reprobo. Nel phrattempo Cavalcoli si era nascosto phra le gambe della sedia e cercava di isfuggire a mò di anguilla di Comacchio. Poscia, l'oratore, dal colorito ulteriormente infiammato, si ispazientì e principiò a denunziare: "Ecco, queste sono le risposte becere e volgari dei nostrj avversarj comunistj. Essi non sono capaci altro che di ischernire e denigrare e phinanco di opphendere. Ma noi siamo il Partito dell'Amore e, se cattureremo il reo, non gli torceremo un solo capello. Ci limiteremo a cacciarlo solo in qualche educandato, dove verrà ricondotto a ben più mitj consiglj tramite elettroshock od altri metodj consentiti dalle nostre leggj! Orsù, prendetelo, e phatemelo conoscere!". Ma il nostro Cavalcoli isgusciava via veloce e phurtivo, ad onta di tutti i tentativi per agguantarlo, mentre una troupe di Banale5 intervistava il nostro buon maestro catarrotico, che ispiegava: "Dovete iscusarlo, purtroppo è un povero orphanello di padre e di madre, e certi traumi lasciano brutti segnj. Per phortuna sua, nella mia classe sono tutti bravi e gli vogliono un bene dell'anima, tanto che lo bastonano solo ogni tre giorni per due ore di phila, sto gran phiglio di comunistj". La piazza nel phrattempo era in preda ad un bailamme incredibile, tanto che dovette intervenire la phorza pubblica a cavallo che phinì per disperdere i presenti a piattonate sulla testa, tanto che si lamentarono oltre trenta contusi. La riunione phu sciolta e l'oratore risalì di gran phretta sulla sua Jaguar azzurro phiammante che si dipartì a tutto gas, e lanciando, già che c'era, una boNba al phosphoro davanti ad una sede di Desolazione Comunista. "Vedete, mie' cari virgulti, ciò di cui sono capacj certe teste calde di una certa parte politica? Quello che a noi seNbrava un allievo modello si è rivelato un phomentatore, un sobillatore e phinanco agitatore pericolosissimo. Ma lo prenderemo, vedrete, e poscia dovrà pagare il phio di quanto ha provocato!". Ciò detto, il nostro buon maestro sistolico ci congedò e tutti noi infine corremmo a perdiphiato fra le braccia aperte delle nostre ansiose, dolci & tenere mammole.



martedì, 22 dicembre 2009



Ier mattina, nella nostra angusta ma vetusta aula scolastica di Via De Calzolari, alle ore 9 precise il nostro buon vecchio maestro epilettico fece il suo consueto trionfale ingresso, dopodichè esordì con voce stentorea: "Oggi, mie' giovani virgulti, darò pubblica lettura del tema natalizio da voi svolto che più mi ha colpito, e lo sottoporrò al vostro plauso". Tutti gli anni, infatti, giunti a Natale c'è l'usanza di leggere il tema che più colpisce il nostro caro maestro catalitico, e di premiare l'autore con dolci e caramelle a forma di Gesù Bambino. E' un momento di grande impegno per tutti noi, e ogni anno non vediamo l'ora di sapere chi sarà il degno e fortunato vincitore di tale ambitissimo trofeo. Detto questo il nostro maestro ansiolitico prese posto nella cattedra, aprì ponderosamente la sua vecchia cartella, butterata di psoriasi, e ne estrasse alcuni fogli. "Bene, mie' carj. E' venuto per voi il momento tant'atteso, e io più indugiar non vò. Il tema scelto di quest'anno è del vostro nuovo compagno, che viene dall'Africa del Nord, Alif Abdul. Vieni, vieni qua accanto a me, Alif". Sentendosi chiamare Alif trotterellò gaio verso la cattedra, sorridendo a tutti, mentre noi non capivamo il motivo di tale scelta, dato che Alif segue una religione che fa concorrenza sleale alla nostra. "Ho scelto il suo tema per dimostrare che NOI siamo per l'integrazione delle altre culture e religioni, e che Dio non fa distinzioni e vuole bene a tutti. E ora passiamo alla lettura del tema". Dopodichè un silenzio incuriosito calò su tutti noi alunni.

"Svolgimento. Io mi chiamo Alif Abdul e vengo dal Marocco. A me di Gesù e della religione cristiana non me ne può fregare di meno. Mio padre mi ha insegnato a pregare Allah e tutti i giorni gli mostro il sederino quando prego. Siamo tre fratelli, e tutti preghiamo Allah e se c'è da fare dei regali non li facciamo, perchè per noi Natale è un giorno come un altro, con nostro padre che per mantenerci va a lavare i parabrezza davanti alla Coop, dove la gente va a comperare i regali per Natale. Ma noi non ci crediamo, nè crediamo alla cosidetta "poesia del Natale", dove c'è il cielo stellato da cui cadono fiocchi di neve, e dove c'è il bue che scalda l'asinello. Sono tutte minchiate terrificanti, che io poi quando sarò grande mi iscrivo ad un corso per diventare terrorista, che non so cosa cazzo sia ma mi dicono che ci si diverte un casino, sopratutto quando ti fai saltare in aria, perchè dopo vedi tutto dall'alto. Intanto continuo a pregare Allah, che nell'ultima sfida a tennis ha battuto Gesù 6-2 7-6 6-3, il che dimostra che è molto più atletico. Allah è grande e Federer è il suo profeta. Fine del tema"

Dopo una pausa lunghissima, il vecchio maestro bulimico disse: "Bene, Alif, ti sei meritato il premio. Normalmente avrei dovuto scorticarti vivo, ma purtroppo i tempi sono cambiati e non si può più fare. Accetta dunque questo Gesù in forma di candito e mangiatelo assieme ai tuoi fratelli. A Natale siamo tutti più buoni. Ma a Santo Stefano si ritorna stronzi come prima, quindi ti consiglio, caro Abdul, di emigrare, tu e la tua fec... famiglia, verso lidi più sicurj per voi. Alla ripresa delle lezioni, il 7 gennajo, non voglio più vederti, sono stato chiaro?". Il buon vecchio Alif annuì, tutto contento per essersi ciucciato il nostro Gesù, dopodichè torno al banco fra gli sguardi feroci di tutti. In particolare Franti gli tirò un calcio in un ginocchio che gli fece spostare la rotula, Broletto gli scatarrò sul collo e Penazzi gli infilò una fiala puzzolente sotto il culo mentre stava sedendosi. Ma a parte questo, oltre a tre tentativi di linciaggio ad opera di altrettante bidelle all'uscita, la giornata filò liscia, ed alla fine tutti all'uscita corremmo felicj fra le braccia delle nostre madrj.

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