sabato 3 dicembre 2011

Lettere all' Inseminatore Romano

lunedì, 23 marzo 2009
Bene, e riprendiamo con le vostre lettere che ci arrivano in email. Questa è una triste storia che ci arriva da una donna rimasta vedova da poco tempo e che si vuole sfogare un pò, in cerca di comprensione. E noi che siamo vmani et comprensivij abbiamo pensato di darle lo spazio che giustamente merita. Non aggiungiamo altro, questa è la vicenda così come ci è stata raccontata.

"Carissimi dell'Ins.tore Romano, sono vna vostra lettryce della prima ora e vi seguo con apphetto e interesse. Oggi ho particolarmente bisogno di voi e della vostra allegrìa, perchè sono appena reduce da una fresca vedovanza. Ebbene sì, il mio caro e amato marito se n'è andato per sempre negli azzurri pascoli del Cielo. Si chiamava GiaNphilippo Mormora, e di professione faceva l'agente di p.bbb.ca sic.rezza. L'agente Mormora, come lo appellavano scherzosamente colleghij e amicij, è morto vna settimana pha nell'adempymento del proprio dovere. Avvistata una gattina su un tetto a varij metrij di altezza, egli si prodigava nel ricvpero della sventvrata phelina, che miagolava disperatamente. L'agente Mormora si arrampicava con grave disprezzo del perycolo lungo una tubatvra che palesava varij puntij debolij, essendo corrosa qua e là da formazioni ossidantij. E difatti, giunto al'laltezza di otto (12,50) metrij, la tvbatura cedeva clamorosamente sotto il peso del mio povero consorte, il cuale precipitava rovinosamente svl selciato, arrecando inoltre gravij dannij al medesimo. Il mio povero marito moriva così gloriosamente, servendo la Patria fino all'ultimo in modo eseNplare e con grande integrità di principij moralij. Ma la cosa che mi rende ancora più tryste et sconsolata è la scarsa consyderazione in cui viene tenvto il suo svpremo sacryphicio. Infatti, ad una mia precisa richiesta di erigere vn bvsto com.memor.t.vo per cotanto eroismo, il vescovo della mia città si è riphiutato energycamente di avallare la mia humile richiesta, in quantocchè lui mai si presterebbe all'inavgurazione di un'erezione (mi scvso per la rima, non voluta). Ma secondo voi è giusto che la massima avtorità religiosa del luogo si opponga ad una piccola cosa come questa, che comuncve avrebbe il valore di trasmettere gli altij ydealij che hanno reso grande questo Paese, e di cui le giovanij generazionij hanno estremo bisogno? Sono apphranta e costernata'a. Ditemi almeno voij una parola di conphorto. Vostra in aeterno Genoveffa Bocca vedova Mormora.


Cara Bocca che Mormora, hai tutta la nostra solydarietà e il nostro sostegno. Tieni duro che il momento è dipphicile. Voi eravate la coppia perphetta, e il vostro amore resterà a caratteri cvbitali nella Storia di questo nostro Paese. Un uomo che muore in questo modo merita tutta la nostra ammirazione, considerazione, rispetto, eccetera. La Patria ha bisogno di uomini come lui, e sorprende che purtroppo non ci siano molti altri così. Un biasimo particolare all'esp.nente religioso che non ha capito evidentemente di che tipo di erezione si trattava. Continua a seguircij, cara Genoveffa, e consolatij che vla vita è lunga e prima o poi qualcun'altro finirai per rimediare.



lunedì, 17 novembre 2008
E riprendiamo a pubblicare un pò di lettere di voi, o cari teleascoltatori. Questa settimana è la volta di una phantastica lettera giuntaci da Cuneo, e inviataci da due giovini pulzelle, tali Esmeralda e Rosalinda (Esmy e Rosy), che ci raccontano la loro estate pericolosa. Premetto che non me la sono scritta io ma è arrivata davvero a una delle mie caselle postali. Ora, se una lettera così è vera bisogna riconoscere che noi maschietti siamo davvero in ribasso, se invece, come penso, è puro frutto dell'ingegno, tanto di cappello a chiunque abbia perso buona parte della sua vita dietro a questo piccolo capolavoro. Io mi sono limitato a commentarla nei punti "caldi", che non sono nemmeno pochi, e a farne un commentino finale. Giudicate voi.

Carissimi tutti dell'Inseminatore, come va? Siamo due sorelle di Cuneo città, abbiamo 18 e 19 anni e ci chiamiamo Esmeralda (Esmy) e Rosalinda (Rosy). Vi vogliamo raccontare le nostre feriae estivae, perchè ne vale davvero la pena. Premettiamo che non auguriamo a nessuna delle vostre lettrici di passare quel che abbiamo passato noi! Intanto, siccome siamo un pò discole, quest'anno papà e mamma per punirci ci hanno negato la solita ma fantastica vacanza marina in Costa Smeralda, relegandoci in un'orrido paesino della Valsesia, in provincia di Vercelli, dal nome beffardo: SCOPA. (ho controllato ed esiste davvero, anzi, è a poca distanza da un altro dal nome ancora più carino: SCOPELLO, ndr). Ovviamente in questo buco si fa tutt'altro che scopare, mentre le sottoscritte, data la giovine età, ne avrebbero una gran voglia. Al momento di lasciare Cuneo il nostro curriculum, o anche currificam, è di 6 e 9 membri maschili (se scrivevate cazzi mica ci scandalizzavamo, ndr), ed essendo libere avremmo una gran voglia di aggiungere un membro alla nostra collezione. Le sottoscritte sono, modestamente, due phigae stupendae (accidempoli). Ora, fra i tanti cessi che popolano questi posti dimenticati da Dio, qualche ragazzuolo carino ci sarebbe pure. Alla fine ne selezioniamo due che stanno con le rispettive mamme a rompersi le balle in vacanza in squallidi appartamenti affittati in orridi condomini. Agganciarli in paese non è difficile, i problemi vengono dopo.
1. dribblare le mamme, la nostra e le loro, e trovarci da sole con i giovini in loco acconcio. Ci riusciamo.
2. far capire ai due cerebrolesi che ci stiamo. Con qualche difficoltà arriviamo finalmente al primo romantico bacio sulle rive di un romantico mormorante fiumicello di montagna.
3. far capire ai due cretinetti che si potrebbe anche andare oltre. E qui già la lotta si fa dura: i due sembrano voler replicare all'infinito la scena del bacio, e stop. Dopo due giorni ci propongono una gita in montagna: due ore di salita per arrivare in "un bel posto". Noi siamo ragazze sportive ed accettiamo con gioia.
4. le precauzioni. A scanso di problemi andiamo in autostop alla farmacia del paese vicino a comprare i preservativi, e ce li mettiamo nello zaino.
5. farli decidere. Il mattino della gita, sotto ad un sole fantozziano, si sale per tre drammatiche ore, e quelli avanti, imperterriti. Dopo una dozzina di posti "adatti", bellamente ignorati dai nostri cavalieri, interveniamo noi per farli fermare in una bella radura dove non passa nessuno, e dal sentiero non si vede nulla. Abbiamo le magliette fradice di sudore e ce le togliamo. I due mentecatti, invece di affondare le loro mani nei nostri candidi seni generosamente offerti si girano all'unisono, quasi gridando: "Fate, fate pure, noi NON guardiamo!". Bè, a questo punto, a una qualsiasi donna sarebbe passata la voglia, ma noi siamo (Signori, tanto di cappello! Pur con tutta la mia fantasia non sarei mai arrivato a partorire un eufemismo di questo livello, ndr) ragazze TENACI! E così, piano piano, ci siamo appiccicate ai due tipi e dai e dai, fra carezzine e slinguatucce, gli abbiamo levato i pantaloni.
6. farglielo venir duro. E certo che sì! Quei due, magari pure alla prima in assoluto, erano terrorizzati e tinchi come due baccalà. Abbiamo provato di tutto, ma non c'è stato verso. Ci siamo rivestite, deluse ma non dome, mentre i due sbarbini a momenti si mettevano a piangere.
7. risollevargli il morale e condurli finalmente in porto. Ci siamo ritrovate con loro il giorno appresso e abbiamo stabilito NOI le regole. Individuato un posto tranquillo senza dover fare allenamenti olimpionici, glieli abbiamo condotti verso sera e lì, con calma, dolcezza e tanta decisione, siamo riuscite a farglieri rizzare. Non due robe da cineteca (Cineteca?? Uh, my God) ma quanto bastava, alfin, per copulare.
8. superare lo shock da preservativo. Alla vista del guanto sono ripiombati in una valle di lacrime. Mica se lo aspettavano, loro... figli indesiderati, AIDS e malattie varie, mica erano pensieri che potevano permettersi, non avendo un cervello. E così, di nuovo, con infinita pazienza, rialzando ciò che si era "abbattuto", glieli abbiamo infilati e alla fin fine hanno fatto il loro "trionfale" ingresso nelle nostre cavità genitali (dire figa vi faceva orrore? è pure roba vostra... Mio Dio) dove peraltro sono rimasti ben poco, dato che hanno "finito" molto prima che noi "cominciassimo".
9. arrivare ad un rapporto soddisfacente. Ci son voluti una decina di giorni prima che capissero come ci si congiunge con una femmina della propria specie. E vabbè, tutti prima o poi dovranno cominciare, uno pensa.
10. superare l'idiozia tipicamente maschile (e qui, davvero, come avete ragione!!!). Ora che i due coglioncelli sono stati svezzati vanno in giro a raccontarla grosso modo così: "Ci siamo trombati quelle due TENACI (Qui l'eufemismo l'ho usato io, mi piaceva troppo!!). Sono due che la smollano facile". Morale della favola: negli ultimi sei giorni di questa vacanza da sogno siamo state perseguitate da una decina di catafalchi secondo i quali sarebbe stato solo naturale se ci fossimo messe su un prato a gambe larghe. Ovviamente abbiamo rispedito alle mamme quei due scienziati. Ora siamo di nuovo in città con un membro (aridaje) in più nella nostra collezione, ma insomma proprio una meraviglia non è stata.
Questo decalogo di problemi, inoltre, è solo un riassunto a volo d'uccello (eccolo qua, ritorna sempre). Per particolari succinti e minuti, se vi interessa, possiamo rimandare ad una seconda e più articolata missiva. Continuate così, l'Inseminatore ormai è un cult! Vostre affezzionate lettrici ESMY e ROSY.
Care fanciulle, a questo punto cosa potremmo dire... noi non abbiamo  granchè da commentare ad una lettera del genere. Anzi... una cosa la vogliamo dire. Voi siete giovini e giustamente la vostra carne ulula. Fate così: cercate lavoro in un bel Call-Center. Davanti non sappiamo, ma nel didietro ve lo metteranno tante di quelle volte che sarete voi a dover dire "basta".





sabato, 28 giugno 2008
E' la volta di un nostro assiduo lettore, tale Adelmo Sofistici, il quale ci racconta una sua cena con certi suoi amici ebreo-svizzeri. Ce ne dovrebbe fregare qualcosa? No. Ma noi la pubblichiamo lo stesso.


"Carissimi dell'Inseminatore, sono al settimo cjelo! Ieri sera ho finalmente rivisto i miei due più cari amici, con cui sono andato a cena in uno dei locali più sophisticaty di Lugano, "Le deux cocottes"... a proposito, sapete che signiphica? (meglio che non te lo diciamo, và...). Perchè appunto i miei amici sono svizzeri di Lugano, anzi, per la precisione ebreo-svizzeri. Un connubio a dir poco deflagrante!! Passo ad illustrarvi il menu della serata: enormi patate al phorno ripiene di formaggio acydulo, hamburger carnosij e cicciutij (roba da mezzo kilo alla botta), con in più una montagna di patatine phritte e rondelle maxi di cipolle crude. Roba da inkiodarti per un mese, ed invece ho digerito tutto senza nemmeno un Alka-Seltzer (che culo). I miei amici sono proprio dei grandi! Efficienti come svizzeri e geniali come gli ebrei! (ma và!) Sì, perchè essere ebrei ed in più svizzeri signiphica avere non una marcia in più, ma due, tre, anzi, quattro! (la retromarcia ce l'hanno?) Del resto è la loro storia stessa che li ha resi così: secoli e secoli di discriminazioni li hanno portati a farsi phurbi, ad essere particolarmente svegli nel campo commercjale, così che una volta usciti dai ghetti, si sono mangiati la concorrenza in insalata! Io sono anche un grande fan della loro cultura, purchè sia inserita in un contesto internazionale. Per esempio, detesto gli ebrei che tiranneggiano i palestinesi, ma tutti gli altri li ammiro. Magari avessi anch'io quell'energìa... farei concorrenza a Renzo Rosso (quello dei blue-jeans, ndr). Invece no, mi tocca vivere una realtà lavorativa molto borderline. Comunque, fra una patatina phritta e un anello di cypolla, pensate, mi hanno spippherato il nome del nuovo testimonial: Fergie, la mitica Fergie dei "Black Eyed Peas" (mai conosciuti, siamo ancora phermi a John Fogerty). "Ottima scelta" gli ho detto "La tigrotta farà vendere un pacco di jeans in Germania e in Ispagna, i mercati più vivi del continente. Non a caso le loro squadre sono phinaliste agli Europej di calcjo" (e questo cazzo c'entra? Boh). La serata è phinita in un bel Casinò sul lungo Lago in compagnia di tre splendide romene ventiduenni (pure a Lugano sono arrivate? Azz!). Ciao Inseminatori, vi voglio bene. Continuate, mi raccomando, ciaoooo! Smack, smack!".


Caro Sophistici, come dicevano i latini: "nomen omen". In altre parole nel tuo cognome è insyta tutta la tua sofisticità. A cominciare dal nome del locale, dal menu, dall'argomento trattato... secondo noi ti manca ancora un gradino per fare il salto di kualità dephinitivo. Dovresti prendere un logo romantico-banalissimo che va tanto di moda per le tin-egers di oggi, pieno di colori sgargianti, sceglierti una gnocca da corsa che ti rappresenti degnamente (la Gregoraci sarebbe andata benissimo, ma ha scelto un portafogli più grasso del tuo), dopodichè cominci ad apparire in Tv da Maria De Philippi e sei praticamente una star. Dai retta a noi che siamo uomini di mondo. Brunazzi ha fatto tre anni il militare a Cuneo e io due anni il lavapiatti a Battipaglia. Mica fichi.

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