mercoledì, 23 settembre 2009
Ier mattina, nella nostra vetusta ma
angusta scuola di Via De Calzolari, non appena entrati nella nostra fredda ma
sconfortevole aula, il nostro caro maestro epilettico ci disse: "Oggi, o mie'
cari virgulti, non si terrà la consueta lezione. Usciremo tutti e andremo al
parco cittadino, dove un famoso deputato terrà un discorso dedicato al servire
la Patria e alla bellezza del morire per Essa. Il Preside ci tiene molto a ciò,
e anch'io. Favorirà in voi una più rapida crescita per l'Amor di Patria e per il
Sacrifizio!". A coteste parole un boato di giubilo coronato da mille "Evviva!"
si alzò dalla scolaresca, non perchè della Patria fregasse una solenne minchia a
nessuno, ma perchè almeno si usciva da quella caverna per topi e si andava in un
luogo aerato e soleggiato, e magari avremmo conosciuto pure qualche pollastrella
degna di liriche attenzionj. C'incamminammo tutti in men che non si dica, in
fila per due, col nostro maestro ansiolitico che c'insegnò un nuovo canto che
pare tutte le nostre Truppe cantino durante le Sacre Missioni Umanitarie
all'estero: "Osteria numero Sette, paraponziponzipò". Verso la mèta cominciammo
ad incrociare gruppj di mutilatj che deambulavano su misere grucce, quando non
addirittura sui moncherini purj. Alcuni s'avanzavano strisciando per terra,
sbavando come lumache, altri saltellavano su una gamba sola, schiantandosi non
di rado contro i cofani dei SUV parcheggiatj in doppia fila, coi proprietari
che, incazzati come belve, uscivano maledicendoli e finendoli a colpi di
revolver. Nel parco vi era montato un palchetto su cui, con voce stentorea, un
oratore aizzava i poveri disgraziatj presenti, dicendo: "La Patria vi è
riconoscente, o disgraziatj. E per dimostrarvelo vi ha dedicato un'intera
giornata portandovi qui a Sue Spese, noleggiando per voi autobus e pullmanS Gran
Turismo, che se non era per Lei voi col cazzo sareste mai usciti dai nosocomj in
cui siete giustamente confinati, pezzenti". Tali toccanti e amorevoli motti
furono accolti con entusiasmo dai diversamente abili presenti, uno de' quali,
accortosi di noi, ci apostrofò così: "Bravi ragazzi, bravi! La Patria spera
molto in voi. Ancora qualche anno e, finalmente adulti, anche voi potrete
aspirare ad essere mandati a crepare in qualche oscura zona del globo, e cadere
a terra sventrati da una bomba a frammentazione, col vostro sangue che
schizzerà...". Non finì la frase perchè Franti, il nostro Compagno Cattivo &
Comunista, lo centrò nell'ex apparato di riproduzione con una fucilata ad aria
compressa calibro 35 che lo spedì al Creatore in modo cristiano, e cioè
rapidamente e senza troppo soffrire. "La vostra presenza qui" continuava
frattanto lo scassaminchia dal podio "è inoltre una chiara dimostrazione di
quanto unita sia la Nostra Patria, ad onta di quelli che dicono...". Non terminò
la frase che la Sezione Invalidj di Bergamo si scagliò contro quella di Napoli
al grido di: "Terroni di merda, andatevene in Africa, puzzate come bestje!".
Seguì una maxi colluttazione in cui intervennero reparti speciali delle forze
del disordine legalizzato che manganellarono tutti a dovere, trasportando
successivamente i manifestanti presso la caserma Diaz di Genova, dove altri
reparti completarono l'opera. "Avete visto?" ci disse alfine il nostro buon
maestro sclerotico "Questo è quello che ci si guadagna a morire per la Patria.
Fate tesoro di questa giornata e di queste parole, e a casa parlatene co' vostrj
genitorj. E ora vi congedo, che s'è fatto tardi e devo andare a trovare una
tr... ehm, una mia cara amica con problemi di calure corporee". Tutti quindi lo
salutammo con deferenza, a parte Franti che gli vomitò sui piedi, e indi
tornammo alle nostre case, verso le braccia amorevolj delle nostre
mammucce.
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