sabato 10 dicembre 2011


mercoledì, 23 settembre 2009



Ier mattina, nella nostra vetusta ma angusta scuola di Via De Calzolari, non appena entrati nella nostra fredda ma sconfortevole aula, il nostro caro maestro epilettico ci disse: "Oggi, o mie' cari virgulti, non si terrà la consueta lezione. Usciremo tutti e andremo al parco cittadino, dove un famoso deputato terrà un discorso dedicato al servire la Patria e alla bellezza del morire per Essa. Il Preside ci tiene molto a ciò, e anch'io. Favorirà in voi una più rapida crescita per l'Amor di Patria e per il Sacrifizio!". A coteste parole un boato di giubilo coronato da mille "Evviva!" si alzò dalla scolaresca, non perchè della Patria fregasse una solenne minchia a nessuno, ma perchè almeno si usciva da quella caverna per topi e si andava in un luogo aerato e soleggiato, e magari avremmo conosciuto pure qualche pollastrella degna di liriche attenzionj. C'incamminammo tutti in men che non si dica, in fila per due, col nostro maestro ansiolitico che c'insegnò un nuovo canto che pare tutte le nostre Truppe cantino durante le Sacre Missioni Umanitarie all'estero: "Osteria numero Sette, paraponziponzipò". Verso la mèta cominciammo ad incrociare gruppj di mutilatj che deambulavano su misere grucce, quando non addirittura sui moncherini purj. Alcuni s'avanzavano strisciando per terra, sbavando come lumache, altri saltellavano su una gamba sola, schiantandosi non di rado contro i cofani dei SUV parcheggiatj in doppia fila, coi proprietari che, incazzati come belve, uscivano maledicendoli e finendoli a colpi di revolver. Nel parco vi era montato un palchetto su cui, con voce stentorea, un oratore aizzava i poveri disgraziatj presenti, dicendo: "La Patria vi è riconoscente, o disgraziatj. E per dimostrarvelo vi ha dedicato un'intera giornata portandovi qui a Sue Spese, noleggiando per voi autobus e pullmanS Gran Turismo, che se non era per Lei voi col cazzo sareste mai usciti dai nosocomj in cui siete giustamente confinati, pezzenti". Tali toccanti e amorevoli motti furono accolti con entusiasmo dai diversamente abili presenti, uno de' quali, accortosi di noi, ci apostrofò così: "Bravi ragazzi, bravi! La Patria spera molto in voi. Ancora qualche anno e, finalmente adulti, anche voi potrete aspirare ad essere mandati a crepare in qualche oscura zona del globo, e cadere a terra sventrati da una bomba a frammentazione, col vostro sangue che schizzerà...". Non finì la frase perchè Franti, il nostro Compagno Cattivo & Comunista, lo centrò nell'ex apparato di riproduzione con una fucilata ad aria compressa calibro 35 che lo spedì al Creatore in modo cristiano, e cioè rapidamente e senza troppo soffrire. "La vostra presenza qui" continuava frattanto lo scassaminchia dal podio "è inoltre una chiara dimostrazione di quanto unita sia la Nostra Patria, ad onta di quelli che dicono...". Non terminò la frase che la Sezione Invalidj di Bergamo si scagliò contro quella di Napoli al grido di: "Terroni di merda, andatevene in Africa, puzzate come bestje!". Seguì una maxi colluttazione in cui intervennero reparti speciali delle forze del disordine legalizzato che manganellarono tutti a dovere, trasportando successivamente i manifestanti presso la caserma Diaz di Genova, dove altri reparti completarono l'opera. "Avete visto?" ci disse alfine il nostro buon maestro sclerotico "Questo è quello che ci si guadagna a morire per la Patria. Fate tesoro di questa giornata e di queste parole, e a casa parlatene co' vostrj genitorj. E ora vi congedo, che s'è fatto tardi e devo andare a trovare una tr... ehm, una mia cara amica con problemi di calure corporee". Tutti quindi lo salutammo con deferenza, a parte Franti che gli vomitò sui piedi, e indi tornammo alle nostre case, verso le braccia amorevolj delle nostre mammucce.

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