martedì 31 gennaio 2012

Ancora un tuffo indietro...


martedì, 10 giugno 2008



Dopo l'inattesa sconfitta dell'Italia con l'Olanda all'esordio degli Europei di calcio, piovono come se piovesse le lettere in redazione. C'è stupore, indignazione, depressione e rabbia diffusa. Ma la lettera più particolare ce la manda un nostro (dice lui) assiduo lettore, tale Roberto Fregadoni, grande fan della nazionale di calcio e allenatore lui stesso di una squadra di dilettanti di seconda categorìa dalle parti di Chieti. Secondo questo signore le colpe della sconfitta sono da attribuire in prima battuta all'allenatore Donadoni, e in seconda addirittura allo staff dell'Inseminatore. Vabbè, eccovi la lettera.

"Sono furioso, stravolto e incazzato nero. Il mio collega, ha sbagliato tutto lo sbagliabile. E pensare che gli avevo mandato una ventina di email: "Guarda che Del Piero, Cassano e Toni sono bolliti! Devi assolutamente chiamare i tre dell'attacco della mia squadra, il San Ciccillo. Si chiamano Peluso, Caruso e Fetuso, e hanno segnato quest'anno 65 reti, consentendo al San Ciccillo di non retrocedere in Terza Categoria... si, perchè la difesa ha incassato 61 reti... siamo un pò debolucci in difesa, ahimè, lo riconosco. Ma il nostro attacco è pirotecnico! Dove lo trovi, caro Donadoni, un attacco da 65 reti, oggi, in Italia? Ehh?". Ma quel vigliacco mai mi rispose! E questi sono i risultati, e ben gli sta! Hai voluto Del Piero? E quello niente, zero! (rima voluta). E in secundis la colpa è anche tua, sovversivo di un Brunazzi. Perchè io lo so che hai gufato contro, perchè non ami la Nazionale di calcio, non ami il tuo Paese, non canti l'inno di Miaomeli a squarciagola come tutti i bravi italiani che sono bravi patridioti! Godi, vero? Stai godendo, sì? Te lo sognavi un 3 a 0 dall'Olanda, eh? Hai ballato la macumba? Hai fatto la danza della pioggia? E adesso sei lì che canti e bevi birra dei frati trappisti alla faccia di noi, poveri tifosi delusi e scurnacchiati? Ma non preoccuparti, vinceremo lo stesso questo Campionato d'Europa alla facciaccia tua! E verremo a suonare i clacsxon sotto casa tua fino alle quattro e dieci del mattino! Con sommo et inphinito disprezzo, Fregadoni e signora".

Caro Fregadoni e signora, è vero, io non sono un bravo patridiota. E' vero, della nazionale di calcio non me ne frega un emeritissimo tubo di stufa. E' vero, dell'inno di Mameli non m'importa una sacrosanta sega da falegname, anche se musicalmente non mi dispiace, perchè possiede un certo ritmo ed infonde allegrìa. E' vero, sono di tradizioni libertarie, anzi, diciamolo pure, anarchiche tout court. Sono per lo sport vero, fatto senza interessi sotto, come quando da ragazzino giocavo in un campetto spelacchiato dietro casa nostra, e le partite finivano 10 a 3, sopratutto quando il sottoscritto giocava in porta.  Da quegli anni, però, sono nate amicizie vere, che stanno durando da quasi quarant'anni. E a tutt'oggi siamo uno per tutti e tutti per uno. Se uno ha bisogno, gli altri corrono. Se uno và in Ospedale, gli altri stabiliscono i turni per assisterlo. Senza nulla volere. Senza nulla pretendere. Perchè siamo più che amici, siamo fratelli. Questo è il mondo che vorremmo e questo è il mondo che stiamo lottando per avere. Ed era un mondo che esisteva fino a pochi decenni fa e che ancora resiste in qualche buco di provincia. A me non interessa essere Campione del Mondo, o di Marte, o di Giove, o di Saturno. La Gloria passa, sopratutto quella calcistica, e se non lo capisci alla tua età mi chiedo che cazzo sei cresciuto a fare. Ciao Fregadoni, e tanti auguri per il tuo San Ciccillo (terùn).

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