martedì, 10 giugno 2008
Dopo l'inattesa sconfitta dell'Italia con
l'Olanda all'esordio degli Europei di calcio, piovono come se piovesse le
lettere in redazione. C'è stupore, indignazione, depressione e rabbia diffusa.
Ma la lettera più particolare ce la manda un nostro (dice lui) assiduo lettore,
tale Roberto Fregadoni, grande fan della nazionale di calcio e allenatore lui
stesso di una squadra di dilettanti di seconda categorìa dalle parti di Chieti.
Secondo questo signore le colpe della sconfitta sono da attribuire in prima
battuta all'allenatore Donadoni, e in
seconda addirittura allo staff dell'Inseminatore. Vabbè, eccovi la
lettera.
"Sono furioso, stravolto e incazzato nero. Il
mio collega, ha sbagliato tutto lo sbagliabile. E pensare che gli
avevo mandato una ventina di email: "Guarda che Del Piero, Cassano e Toni sono
bolliti! Devi assolutamente chiamare i tre dell'attacco della mia squadra, il
San Ciccillo. Si chiamano Peluso, Caruso e Fetuso, e hanno segnato quest'anno 65
reti, consentendo al San Ciccillo di non retrocedere in Terza Categoria... si,
perchè la difesa ha incassato 61 reti... siamo un pò debolucci in difesa, ahimè,
lo riconosco. Ma il nostro attacco è pirotecnico! Dove lo trovi, caro Donadoni,
un attacco da 65 reti, oggi, in Italia? Ehh?". Ma quel
vigliacco mai mi rispose! E questi sono i risultati, e ben gli sta! Hai voluto
Del Piero? E quello niente, zero! (rima voluta). E in secundis la colpa è anche
tua, sovversivo di un Brunazzi. Perchè io lo so che hai gufato contro, perchè non ami la Nazionale di calcio, non ami il tuo Paese, non canti l'inno di Miaomeli a squarciagola come tutti i bravi
italiani che sono bravi patridioti! Godi, vero? Stai godendo, sì? Te lo sognavi un 3 a 0 dall'Olanda, eh? Hai ballato la macumba? Hai fatto la danza della pioggia? E adesso sei lì che
canti e bevi birra dei frati trappisti alla faccia di noi, poveri tifosi delusi e scurnacchiati? Ma
non preoccuparti, vinceremo lo stesso questo Campionato d'Europa alla
facciaccia tua! E verremo a suonare i clacsxon sotto casa tua fino alle quattro e dieci del mattino! Con sommo et inphinito disprezzo, Fregadoni e signora".
Caro Fregadoni e signora, è vero, io non sono un bravo patridiota. E' vero, della nazionale di calcio non me ne frega
un emeritissimo tubo di stufa. E' vero, dell'inno di Mameli non m'importa una
sacrosanta sega da falegname, anche se musicalmente non mi dispiace, perchè
possiede un certo ritmo ed infonde allegrìa. E' vero, sono di tradizioni
libertarie, anzi, diciamolo pure, anarchiche tout court. Sono per lo sport
vero, fatto senza interessi sotto, come quando da ragazzino giocavo in un
campetto spelacchiato dietro casa nostra, e le partite finivano 10 a 3,
sopratutto quando il sottoscritto giocava in porta. Da quegli anni, però, sono
nate amicizie vere, che stanno durando da quasi quarant'anni. E a tutt'oggi
siamo uno per tutti e tutti per uno. Se uno ha bisogno, gli altri corrono. Se
uno và in Ospedale, gli altri stabiliscono i turni per assisterlo. Senza nulla
volere. Senza nulla pretendere. Perchè siamo più che amici, siamo fratelli.
Questo è il mondo che vorremmo e questo è il mondo che stiamo lottando per avere.
Ed era un mondo che esisteva fino a pochi decenni fa e che ancora resiste in
qualche buco di provincia. A me non interessa essere
Campione del Mondo, o di Marte, o di Giove, o di Saturno. La Gloria passa, sopratutto quella calcistica, e se non lo capisci alla tua età mi chiedo che cazzo sei cresciuto a fare. Ciao Fregadoni, e tanti auguri per il tuo San Ciccillo (terùn).
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